Caterina de' Medici, la Regina nera
- francescamallone
- 9 ott 2022
- Tempo di lettura: 7 min

Buonasera a tutti! Oggi torno a scrivere e parleremo di una delle donne più famose del Tardo Rinascimento, Caterina de' Medici!
Biografia
Caterina Romula Maria Romula di Lorenzo de' Medici nacque a Firenze, nel 1519, figlia di Lorenzo II de' Medici Duca di Urbino e Maddalena de La Tour d'Auvergne. Dopo poche settimane dalla sua nascita, morirono entrambi i genitori e la piccola crebbe tra Firenze e Roma sotto la protezione di suo zio, Papa Clemente VII. Caterina essendo l'unica erede della casa medicea assunse il titolo di Duchessa di Urbino.
Matrimonio
Essendo nipote del Pontefice, Caterina poté ambire ad un matrimonio vantaggioso. Lo zio considerò molti candidati come: Ercole d'Este, Giacomo V di Scozia. Federico Gonzaga. Francesco I di Valois, Re di Francia, venendo a conoscenza di questa cosa, propose di far sposare suo figlio, Enrico, Duca d'Orleans. Il Papa accettò la proposta del Re e così il 28 Ottobre 1533 furono celebrate a Marsiglia le nozze tra i due. La giovane fu accolta con benevolenza all'interno della corte, soprattutto dalle sue cognate, in particolare da Margherita di Navarra. Dopo la morte dello zio Caterina iniziarono a circolare brutte voci verso la donna, in particolare sulla diversa estrazione sociale fra gli sposi poiché lei proveniva da una famiglia di banchieri e dei cortigiani affibbiarono al loro matrimonio l'appellativo di mésalliance (disalleanza). Le cose peggiorarono quando morì il suocero e i due divennero eredi al trono, infatti Caterina fu accusata di aver avvelenato Francesco visto che questo metodo veniva considerato all'epoca una maestria italiana.
Un matrimonio affollato
Caterina, oltre ad essere accusata di aver avvelenato il Re di Francia, fu accusata anche di essere sterile. La donna amò molto suo marito ma quest'ultimo preferiva la compagnia di Diana di Poiters da cui ebbe anche una figlia chiamata Filippa Duci. Caterina, avendo paura di essere ripudiata, prima che suo suocero morisse, si inginocchiò ai suoi piedi, proponendo al sovrano di rinchiuderla in un convento e facendo sposare suo foglio con un'altra donna. Francesco provò molta pena per la giovane e decise di schierarsi dalla sua parte. Caterina provò qualsiasi metodo per rimanere incinta consultando anche Jean Fernel e si scoprì che entrambi avevano un'anomalia nell'apparato sessuale e dopo i suoi consigli nel 1543 Catrina rimase incinta partorendo nel 1544 l'erede al trono, Francesco II. I due ebbero altri figli e solo Margherita godette di buona salute. Diana mise bocca anche sull'educazione dei figli dei sovrani, scegliendo lei le governanti e pare che questa scelta fosse tollerata da Caterina. Il loro rapporto continuò fino alla morte del Re, avvenuta nel 1559.
Trent'anni di reggenza
All'età di 15 anni Francesco salì al trono, Caterina però non si fece da parte Iniziava così per lei un trentennio di reggenza. Sotto la sua supervisione si sarebbero successi i regni di tre dei suoi figli maschi, tutti morti in giovane età: Francesco II (1559-60), Carlo IX (1560-74), ed Enrico III (1574-89). Soltanto l’ultimo sopravvisse alla madre, e soltanto di pochi mesi. Rimasta vedova, la regina adottò per tutta la vita abiti neri secondo la consuetudine italiana, e contrariamente a quella della corte di Francia, che prescriveva il bianco. (a riguardo tempo fa scrissi anche un post sul motivo per cui ci si veste di nero https://francescamallone.wixsite.com/website/post/perché-ci-vestiamo-di-nero-ai-funerali)
Regno di Francesco II
Fin da subito Francesco II, tredicenne, debole e malato, conferì a Caterina i poteri di governo. In realtà, l’influenza sul Re fu esercitata soprattutto dagli zii di sua moglie Mary Stuart, i fratelli Francesco e Carlo di Guisa. Questi, a capo della fazione cattolica di corte, riuscirono ad imporre per qualche tempo una politica religiosa intollerante e violenta nei confronti degli ugonotti. Con il supporto della Spagna, principale potenza dell’epoca, e del papato, l’estremismo cattolico puntava a dominare la corona di Francia dall’interno. Dopo la fallita Congiura di Amboise (1560), in cui la borghesia ugonotta aveva tentato di rapire il re sottraendolo alla tutela dei Guisa, Caterina iniziò a prendere contatti con la fazione ugonotta, nel duplice tentativo di limitare il potere dei Guisa e di arrivare ad una pace religiosa. Il 5 dicembre del 1560, con la morte prematura del sedicenne Francesco II, Caterina riuscì ad arginare i Guisa ottenendo l’elezione al trono di Carlo IX, che aveva ancora dieci anni, assumendo personalmente il governo del regno come reggente per la seconda volta, ma stavolta in modo più saldo.
Politica di tolleranza
Per Caterina il decennio tra il 1560 ed il 1570, fu contraddistinto da tre guerre civili, dal problema dell’estremismo cattolico, e dai tentativi di instaurare una relativa tolleranza. Nel 1561, con il supporto del cancelliere Michel de l’Hospital, la regina tentò di portare i leader delle due fazioni religiose, cattolici ed ugonotti, a risolvere i propri conflitti. Con i Colloqui di Poissy (settembre-ottobre 1561) la regina tentò di avviare trattative teologiche per l’unione, ma senza ottenere successi. Con l’Editto di tolleranza di Saint-Germain (17 gennaio 1562), si consentì agli ugonotti una certa libertà di assemblea e di religione riconoscendo di fatto, nella monarchia di Francia, la presenza protestante. Allo scopo di garantire sicurezza alla fazione ugonotta, gli venne concesso di tenere quattro piazzeforti: La Rochelle, La Charité, Montauban e Cognac. La fazione cattolica si rifiutò tuttavia di approvare l’editto, abbandonando la corte. La situazione degenerò ulteriormente il 1° marzo del 1562, quando in un villaggio della Champagne (Vassy) un gruppo di ugonotti venne fatto massacrare da Francesco di Guisa. Falliva così il primo importante tentativo di pacificazione di Caterina, e il conseguente scoppio della guerra civile. Tra la fine del 1562 e l’inizio dell’anno successivo molti esponenti delle due fazioni, compreso il duca Francesco di Guisa, trovarono la morte, consentendo alla regina di rinforzare la propria posizione a corte. Nel marzo del 1563, con l’Editto di pacificazione di Amboise, Caterina de’ Medici provò nuovamente a giocare la carta della tolleranza: si concedeva una relativa libertà di culto agli Ugonotti ben più limitata rispetto al ‘61, e che riguardava in particolare i nobili.
Notte di San Bartolomeo
Caterina tornò a preoccuparsi presto della crescente importanza del partito ugonotto e dell'influenza che aveva sul re l'Ammiraglio di Coligny. Caterina tentò un'ultima conciliazione tra i due partiti, organizzando il matrimonio di sua figlia Margherita con il principe di Borbone Enrico III di Navarra ma davanti all'intransigenza di entrambi gli schieramenti, acconsentì a far abbattere i principali capi ugonotti arrivati a Parigi per le nozze. Il massacro ebbe inizio nella notte tra il 23 e il 24 agosto 1572. Questo provocò molte vittime a Parigi e in provincia e peserà tremendamente sulla popolarità di Caterina nel pensiero dei protestanti e nella storia. Due anni più tardi, il 30 maggio 1574, Carlo IX morì di tubercolosi, lasciandole la reggenza del regno fino al ritorno in Francia dell'erede Enrico.
Regno di Enrico III
Dopo essere tornato in Francia dalla Polonia, di cui era stato eletto re. Caterina lo lasciò governare da solo, senza tuttavia cessare mai d'impegnarsi per la pace. Era lei infatti che portava avanti i negoziati e che viaggiava attraverso la Francia per far rispettare gli editti di pace. Iniziò quindi nel 1578 un secondo viaggio per la Francia che la portò a Nérac, dove fece sì che sua figlia Margherita si riconciliasse con il proprio sposo, imprigionando e condannando a morte l'amante di sua figlia, che dopo l'accaduto evitò per tutta la vita. Nel conflitto, che vedeva opposto il re al proprio fratello, Francesco duca Alencon, Caterina fu costantemente presente affinché si ristabilisse nuovamente la pace e nel 1585 partì per l'est per richiamare i Guisa all'ordine. Nel 1586 diede inizio nel sud-ovest a dei negoziati con Enrico di Navarra. Nonostante la diffidenza nei confronti della famiglia reale, dopo il suo peregrinare per il paese, quando Caterina era in vista di Parigi, tutta la cittadinanza le si muoveva incontro e acclamava questa donna che ancora a 68 anni trovava la forza di lottare per il proprio ideale della concordia. allo scoppio della Giornata delle Barricate (1588) promossa dalla Lega cattolica che rifiutava di prendere ordini da altri che non fosse il Duca Enrico di Guisa, la regina madre non ebbe paura di affrontare la ribellione parigina e percorse a piedi le strade di Parigi aprendosi un varco tra le barricate. Tuttavia, la sua ostinazione a lottare inutilmente contro degli elementi incontrollabili fece sì che Caterina si allontanasse dalla realtà e che la sua causa fosse più che mai priva di considerazione.
Morte
Dopo l'assassinio nel 1588 di Enrico di Guisa, Caterina si ammalò e morì. Fu sepolta a Blois e dopo circa vent'anni le sue spoglie furono traslate nella Basilica di Saint- Denis.
Curiosità
Venne soprannominata “la Regina Nera” poiché era molto interessata all’esoterismo e all’astrologia. Il castello di Chaumont è stato teatro di un evento che predisse la fine della dinastia dei Valois. La regina, superstiziosa fin dalla giovane età, amava circondarsi di maghi e astrologi, fra i quali Cosimo Ruggieri e Nostradamus. Erano parte integrante della corte e partecipavano attivamente alle questioni di Stato, seguendo la regina nei suoi viaggi. Si narra che Caterina chiamò al castello di Chaumont il fiorentino Ruggieri, che predisse la fine della dinastia dei Valois e la presa del potere dei Borboni. La magia utilizzata per sostenere la sua profezia fu davvero sorprendente: in uno specchio fece apparire i volti dei tre figli della regina, che avrebbero poi regnato a loro volta. Ogni volto, dice la leggenda, avrebbe girato su stesso tante volte quanti sarebbero stati gli anni del regno di ognuno. Il maggiore, Francesco II, girò una sola volta e scomparve; un anno più tardi, infatti, morì. Il secondo, Carlo IX, girò ben tredici volte e regnò realmente per tredici anni. Per ultimo, Enrico III, girò quindici volte, corrispondenti ai quindici anni di regno prima dell’arrivo di Enrico di Borbone, successivamente Enrico IV di Francia. Caterina portò in Francia anche molte novità come: l'uso delle forchette a tavola, l'utilizzo delle mutande, i vetri di Murano, le ceramiche di Faenza. Fu ancora Caterina a introdurre a corte i piatti tipici toscani: la Salsacolla diventò la Besciamella, la Zuppa di cipolle la Soupe d’oignon, le Pezzole della nonna le Crepès, l’Anitra colla melangola la Canard a l’orange, i Crostini di fegato il Paté de fois. Con i cuochi fiorentini si trasforma l’antica cucina francese ancora medioevale e a loro che risale quella moderna come l’origine dei Macarons e del Profiteroles.
Spero che questo articolo vi sia piaciuto, a presto. ❤️
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