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Chi fu la famiglia d'Este?


Buona sera! Torno dopo tanto tempo, lo so, purtroppo questi mesi sono piena fino al collo di impegni e non mi posso dedicare appieno al blog. Oggi torno riprendendo il discorso delle famiglie più importanti della storia e questa volta parlerò della famiglia d'Este!


Le origini

Questa dinastia vanta origini molto antiche, tanto da pensare che sia nata in epoca longobarda. Nonostante quando si parla di questa famiglia si pensa subito a Ferrara, originariamente il loro potere era circoscritto in un piccolo centro della provincia di Padova dove si stabilì Alberto Azzo II nel 1073 e questo potrebbe essere considerato il capostipite di questa famiglia. Alberto era imparentato anche il marchese Oberto degli Obertenghi, che l'imperatore di Sassonia aveva nominato conte palatino. Successivamente nella seconda metà dell'XI secolo. le sorti della casata s’intrecciarono ancora con la Germania, quando il duca di Carinzia Guelfo III morì senza eredi nel 1055 donando i suoi feudi al monastero di Altdorf, in cui si era ritirata sua madre in veste di badessa. Ella a sua volta li consegnò a Guelfo IV, figlio di una sorella di Guelfo III e di Alberto Azzo II. Egli divenne così un membro della casa dei Welfen, i famosi Guelfi, che nei secoli successivi avrebbe dato origine alla stirpe degli Hannover. La continuazione del ramo italiano fu affidata invece a Folco, figlio di Alberto Azzo II.


Il dominio su Ferrara

Nel 1240 Azzo VII conquista Ferrara, iniziando di fatto la signoria degli Este sulla città. Nel 1288 Obizzo diventava anche signore di Modena e l'anno dopo di Reggio. Dopo un periodo di alterne vicende, che videro gli Estensi, con Azzo VIII e con la reggenza di Fresco, cacciati successivamente da Modena, Reggio e Ferrara, e quindi richiamati a Ferrara nel 1317 e dal 1332 come vicari del papa. Successivamente con Niccolò III la potenza della casata si affermò definitivamente e si andò a creare uno stato che, grazie all'abilità politica con i vicini, consolidò gli acquisti compiuti. Secondo un racconto popolare ferrarese tramandatoci dallo scrittore cinquecentesco Matteo Bandello, «dietro al fiume Po trecento figli del marchese Niccolò hanno tirato l’alzana delle navi». Il riferimento si lega all'innumerevole quantità di figli e figlie che il marchese ebbe. Nel 1425, Niccolò fu protagonista di uno degli episodi più noti e tragici del Medioevo italiano. In quell’anno, infatti, mandò a morte la seconda moglie, la giovane Laura Malatesta (detta “la Parisina”), e il figlio Ugo, nato dalla sua favorita, Stella de’ Tolomei (nota anche come Stella dell’Assassino), colpevoli di adulterio. Li aveva colti in flagrante il 18 maggio, e dopo questo episodio, destinato a ispirare nell’Ottocento poemi e tragedie, Niccolò III si risposò per la terza volta, nel 1429.


Ferrara Rinascimentale

Con Niccolò III la potenza della casata si afferma definitivamente, mentre con i figli Leonello e Borso fanno di Ferrara un centro di cultura e di arte, con artisti del calibro di Cosmè Tura, Ercole de' Roberti e Francesco del Cossa. Se Leonello era un governatore sincero e appassionato del trionfante Umanesimo quattrocentesco, fu Borso a donare a Ferrara la sua autentica età dell’oro. Fu un politico attento, spregiudicato e a seppe garantire alla città un lungo periodo di prosperità economica, facendone allo stesso tempo una vera capitale culturale. Fu lui, infatti, il committente degli splendidi affreschi di Palazzo Schifanoia realizzati dai maestri Cosmé Tura e Francesco del Cossa. Borso fu anche un amministratore attento: si devono a lui alcuni significativi mutamenti del territorio, come la bonifica delle paludi presenti soprattutto nel Polesine. Per questo motivo, tra le insegne ducali figura l’immagine di un unicorno che purifica l’acqua immergendovi il corno.


Matrimoni vantaggiosi

Un’abile mossa diplomatica di Borso fu il consolidamento di ottimi rapporti con l’Impero germanico e grazie a questi nel 1452, riuscì a ottenere il titolo di duca di Modena e Reggio. Per quanto a Ferrara, all’epoca sotto giurisdizione papale, dovette attendere fino al 1471. Borso si spense a 58 anni senza eredi, e per questo motivo lasciò che alla sua morte il Ducato di Ferrara passasse a Ercole I d'Este, il quale nel frattempo aveva completato la sua formazione culturale, politica e militare alla corte del Regno di Napoli. Il lungo soggiorno diede i suoi frutti quando, il 3 luglio 1473, Ercole sposò Eleonora d’Aragona, figlia di Ferdinando I di Napoli. Fu grazie a lui che i due principali cantori italiani dell’epopea cavalleresca di Orlando, Matteo Maria Boiardo e Ludovico Ariosto, poterono dar vita alle loro opere immortali. Ercole seppe essere anche un abile statista, e grazie a un’accorta politica matrimoniale riuscì a collocare molti dei suoi figli in posizioni strategiche. Nel 1502, fece sposare il figlio Alfonso con Lucrezia Borgia, (https://francescamallone.wixsite.com/website/post/lucrezia-borgia-angelo-o-demone) figlia di papa Alessandro VI. Alfonso non si interessò di ciò anzi, lo preoccupava la tresca fra Lucrezia e suo cognato, Francesco II Gonzaga. Egli sposò nel 1490 1490 la sorella maggiore di Alfonso, Isabella d’Este, la quale entrò in competizione con la giovane Lucrezia. Fu Colta, raffinata ed elegante, una delle personalità femminili più ammirate del Rinascimento, capace di reggere il marchesato in assenza del marito e per conto del figlio.


Il declino della casata

La relazione tra la duchessa di Ferrara e il marchese di Mantova proseguì per un paio d’anni, favorita dal poeta Ercole Strozzi, che però, nel 1508, fu assassinato in circostanze rimaste misteriose, alle quali probabilmente Alfonso non fu estraneo. Nonostante la storia tra i due amanti continuasse, Lucrezia diede al marito sei figli, fra cui l’erede diretto Ercole e il futuro cardinale Ippolito. Nel 1519 partorì una bambina, che morì poche ore dopo; la stessa Lucrezia, colta da febbre puerperale, si spense di lì a pochi giorni, sinceramente pianta dalla famiglia e da tutta Ferrara. Alfonso venne a mancare nel 1534 e gli succedette il figlio Ercole II, il quale, costretto a destreggiarsi tra Francia e Spagna nell’epoca tumultuosa delle guerre d’Italia. Alla morte di questo, il potere fu preso dal figlio Alfonso II, ma il dominio degli Este iniziava a declinare. Alfonso morì nel 1597 senza eredi, designando come suo successore il cugino Cesare. Tuttavia, essendo Ferrara un feudo pontificio, nel 1598 papa Clemente VII sollevò delle obiezioni e approfittò dell’occasione per appropriarsi della città e dell’intero territorio, portando Alfonso sotto il diretto controllo della Chiesa. Cesare d’Este, appartenente a un ramo cadetto della casata, rimase in possesso del Ducato di Modena e Reggio, trasmesso ai suoi discendenti. La fusione con gli Asburgo originò il ramo degli Asburgo-Este, che avrebbe regnato su quelle terre d’Emilia fin quasi all’Unità d’Italia, nel 1859.


Spero che questo articolo vi sia piaciuto, a presto. ❤️

 
 
 

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